I Ditteri

Marco Visentin



Editore: Licosia

Collana: Vertigo

Anno di edizione: 2017

Pagine: 184

La società dei cinici

"Io credo in una scienza, come dire, alla luce del sole, dove tutti traggano beneficio dalle conquiste scientifiche realizzate."

Silvia K. conduce delle ricerche sui ditteri, ordine di insetti con un solo paio d'ali sviluppato, occupandosi in particolare della composizione del linguaggio attraverso la "danza" e delle proprietà telepatiche con cui dimostrano solidarietà reciproca. 

Dopo un primo rifiuto dei suoi studi, finalmente arriva la telefonata tanto attesa, che saprà dare loro il giusto riconoscimento: le viene proposto di proseguire le sue ricerche all'interno dell'organizzazione La Scienza Nuova

L'entusiasmo iniziale viene però frenato dall'apertura di un bivio: accettare l'affiliazione con la Scienza Nuova, quindi rinunciare alla vita pregressa e optare per una totale riservatezza; rifiutare la proposta, dunque sottoporsi ad un'operazione non invasiva di eliminazione della memoria della telefonata. 

Il narratore eterodiegetico segue Silvia nelle sue scelte e nelle sue ricerche, aprendo al lettore il mondo della scienza. Un mondo fatto di tonalità di grigi, ove il progresso coinvolge solo l'idea di Scienza, non l'umanità.

Un romanzo al limite di ogni genere... 

...Un romanzo che non è un romanzo: è scienza e narrativa, fantascienza e realtà, critica e filosofia. E' la destrutturazione di un genere e delle credenze di cui la società si serve per il nostro nutrimento. 

La scienza occupa sicuramente un ruolo dominante nelle parole dell'autore, ma passa in secondo piano quando scopriamo essere nient'altro che un espediente metodico volto all'analisi della società e alle sue forme di cinismo

Già nel suo saggio Sull'Utilità e il Danno della Storia per la Vita, Nietzsche parlava di ironia e cinismo della condizione dell'uomo moderno: chi predispone di coscienza ironica vive nel presentimento che "qui non ci sia nulla da esultare", sente la fine vicina e non possiede speranze di salvezza; chi non riesce a vivere in questa condizione, rifugge nel cinismo, preferendo il pieno abbandono della personalità al processo del mondo. 

Per i cinici, unico valore è il "mondo", non l' "uomo". La stessa critica al cinismo della posizione nietzschiana si può intravedere ne I Ditteri di Marco Visentin

Il romanzo, pur essendo ambientato in un futuro prossimo, si rivela molto vicino ai giorni nostri...

...Giorni in cui l'uomo si è reso schiavo della società, producendo uno sdoppiamento di se stesso e dimenticando il proprio vero io. Siamo schiavi della tecnologia e del mondo digitale: viviamo quotidianamente realtà virtuali che ci costringono ad assumere immagini e divenire personaggi. 

Abbandoniamo la persona nel dimenticatoio e assumiamo l'alienazione come principio universale. Non viviamo tra gli uomini ma fra le macchine, non respiriamo la libertà ma la costrizione. 

E' questo un mondo dominato da menti collettive, manovrate da multinazionali, in cui l'uomo-arnese è il mezzo di cui predispone la società per raggiungere i suoi scopi. L'individuo quindi viene sottratto alla maturazione e privato di qualsiasi tratto di autonomia e di stimolo... deve solo servire alla società.

Una lettura scorrevole, più lenta nelle sue fasi iniziali, in coerenza però con la tormentata attesa della telefonata da parte della protagonista, e più veloce nelle sue fasi finali. Un libro adatto ad una lettura pensata, ragionata, riflessa, in quanto apre alla meditazione sulla società dell'oggi e del domani.

Chiara

L'autore: MARCO VISENTIN nasce nel 1971 a Roma. Laureato in filosofia, disciplina che insegna in un liceo romano. Si è dedicato alla scrittura professionale, come giornalista e copywriter per siti inerenti al mondo della scuola, degli enti locali e dello spettacolo dal vivo. Come narratore, ha pubblicato racconti per Einaudi, Adnkronos Libri, e testate locali. L'idea e il capitolo iniziale de I ditteri sono stati premiati nella rassegna di arte giovanile Enzimi nel 2000. La trama è stata sviluppata successivamente fino alla stesura del romanzo, che è il primo dell'autore.


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