L'umanità è Donna!

Dalla novella di Luigi Natoli, scrittore e storiografo italiano, è stata tratta la scenografia del 1975 "L'amaro caso della baronessa di Carini". Ad oggi la tragica vicenda siciliana, nota come il primo femminicidio d'Italia, trova nuova vita in "Laura Lanza, La Baronessa di Carini" di Pietro Trapassi. 

Dalla casa editrice Bonfirraro, che rivolge al mondo femminile la sua scelta editoriale, nasce un romanzo-denuncia nei confronti delle ingiustizie e delle violenze sulle donne, una categoria sociale che ancora oggi lotta quotidianamente per l'affermazione dei propri diritti.

In ricordo della bellissima baronessa sacrificata dal padre in nome dell'onore, l'autore getta a capofitto se stesso e i suoi lettori in una leggendaria Sicilia del Rinascimento, segnata dai valori della dignità e del rispetto. 

È proprio la dignità, il valore dell'onore, a togliere la vita alla giovane di Carini, vittima di uno sfortunato matrimonio combinato dal padre che si serve della figlia per mantenere alto il prestigio della famiglia. 

Le reca in sposo Vincenzo La Grua, barone di Carini, ma l'amore e la passione di lei sono rivolti a Ludovico Venagallo, che diventa suo amante. Di questa relazione adultera rimane l'impronta di una mano insanguinata su una roccia vicino al castello. Scoperto il tradimento, ne viene commissionata l'uccisione, avvenuta nel freddo dicembre del 1563.

Attraverso accurate ricerche storiografiche, l'autore riporta in vita Laura Lanza nelle sue parole, mai cruente ma sempre morbide e delicate. 

Una "figura fiera di donna del Rinascimento che paga con il proprio sangue la sua verità, il suo essere sua e di nessun altro" (dicono congiuntamente l'editore Salvo Bonfirraro e l'autore) tanto da meritare il luogo di titolo e di nucleo narrativo. 

Una donna, dalla vicenda tragica e appassionata al tempo stesso, che deve essere ricordata! Il passato e il suo ricordo agiscono sempre in funzione del presente... un presente che ad oggi è ancora macchiato di sangue. 

Troppi femminicidi, in Italia e nel mondo. Una violenza sulle donne all'ordine del giorno, maltrattate e uccise fra le mura della loro stessa abitazione. 

Se si pensa che il "delitto d'onore" è stato abolito nella penisola nel 1981, dato a sua volta scandaloso considerando che sono dovuti passare oltre quattrocento anni prima di ottenerne la condanna, ad oggi si parla di "delitto d'amore". Il binomio onore-morte ha lasciato spazio all'orrendo binomio amore-morte. Due variabili e una costante: la morte.

Come diceva C. Bukowski: "la donna è poesia, la donna è amore, la donna è vita". Se è poesia, se è amore, se è vita, come può essere morte? E' morte laddove non vi è umanità. 

Qualche secolo prima del Rinascimento, G. Boccaccio cominciava la sua opera con: "umana cosa è aver compassione degli afflitti", aver compassione di quelle donne che tengono dentro ai loro delicati petti le amorose fiamme nascoste. 

Ciò che colpisce è che la più grande opera del '300, e dei giorni nostri, pone in primissima battuta la parola "umana". Dov'è finita quest'umanità? E' stata forse spazzata via dalla peste? Dall'egoismo? Dalla cattiveria?

Ognuno ricerchi la radice del proprio male dentro di sé e quando l'avrà scovata e avrà riacceso la luce dell'umanità, scoprirà di avere accanto a sé il più perfetto degli esseri: la Donna.

Una narrazione calda e avvolgente che saprà catturare il lettore sin dalle prime righe e stravolgerlo in un finale dal sapore originale e dai toni travolgenti.

Un libro per...

Per tutte le violenze consumate su di lei,

per tutte le umiliazioni che ha subito,

per il suo corpo che avete sfruttato,

per la sua intelligenza che avete calpestato,

per l'ignoranza in cui l'avete lasciata,

per la libertà che le avete negato,

per la bocca che le avete tappato,

per le sue ali che avete tarpato,

per tutto questo:

in piedi, signori, davanti ad una Donna!

(W. Shakespeare)

Chiara