Un viaggio nell'inferno dantesco in compagnia di Branca Doria

Con questo quarto romanzo della giovane scrittrice Alessandra Casati, ecco che il lettore viene catapultato fra i dannati dell'Inferno dantesco, e più precisamente nella vita di Branca Doria. 

Genovese e di famiglia ricca e potente, la sua anima è costretta alla pena infernale già prima della morte del corpo. Per aver ucciso a tradimento il suocero Michele Zanche, con lo scopo d'impossessarsi del suo potere e dei suoi averi, Brancaleone finisce nella Tolomea: qui i dannati sono confitti nel ghiaccio in posizione supina e la loro sofferenza è resa maggiore dalla stessa impossibilità di dar sfogo al dolore, a causa dei vetri generati dalle lacrime che ghiacciano ancor prima di abbandonare l'orbita degli occhi.

Proprio nel gelo viene accolto il lettore. Riferendosi ad un "tu" indefinito, il narratore chiama in causa ogni lettore, che viene sin da subito teletrasportato nella chiesa di San Matteo a Genova, ove scopre presto di non essere solo a causa di un gelido sospiro accanto ad esso. 

È Brancaleone. Forse un fantasma? No, perché ha perso la sua anima già prima di morire; si tratta allora di un corpo, un involucro di carne e ossa che ha un ultimo desiderio prima di sparire per sempre: confidare a un "tu" la propria verità. 

Ancora una volta, l'autrice impreziosisce il ruolo del lettore rendendolo forte di una realtà che vuole superare i confini della leggenda. 

Branca Doria non è solo l'assassino che tutti conoscono, ma è prima di tutto un Uomo, fratello amorevole e padre premuroso... 

...Tuttavia, cresciuto sotto un padre ignaro d'ogni etica cavalleresca, Brancaleone conosce presto il significato di essere un Doria, i cui valori sono: avidità, freddezza nell'uccidere, tradimento. 

Nel suo cuore però riserva amore, da dare e da ricevere; conosce il sentimento della mancanza di un proprio caro; intende il valore della famiglia, di una moglie da rispettare e di figli da stimare. 

Così i sentimenti della sua vita sono continuamente investiti del loro contrario, è un uomo che si perde nell'oscillazione delle sue emozioni e ne soffre profondamente. Ogni tentativo di estirpare il male che lo assale è vano, e l'unico che realmente potrebbe aiutarlo è il suo amato fratello Lotarengo, ma come c'è un tempo per ricevere aiuto c'è anche un tempo per non riuscire a riceverlo. 

È così che il lettore assiste gradualmente al crollo di Branca Doria, alla frantumazione del suo essere in piccoli pezzi. 

Egli in prima persona, come narratore autodiegetico, descrive come gli altri hanno colorato la sua immagine, dipingendolo come un mostro, e come se stesso ha colorato la propria, delineandosi come un uomo pieno di fragilità.

Una personalità d'autore ben delineata, quella di Alessandra Casati, che dà voce a chi voce non ha avuto nella storia e nella letteratura... 

...Come già per Scipione l'Emiliano (vai alla recensione), anche per Branca Doria è riservata la difesa della propria persona.

Un vero e proprio "schiaffo" all'invettiva di Dante contro i Genovesi, descritti come uomini lontani da ogni buon costume e pieni d'ogni vizio, e dunque contro lo stesso Genovese Brancaleone. 

Così l'Inferno dantesco viene riportato in vita: il gelo della Tolomea si riversa nella crescente freddezza caratteriale di Branca Doria; il tema della fame nel canto XXXIII dell'Inferno trova il suo correlato nel progressivo deperimento fisico di Branca Doria; l'anima congelata del dannato si sgela per il tempo della lettura nel tentativo di investire la sua figura di una verità mancata. 

È in tal modo che il lettore riesce a guardare alla letteratura da un'altra angolazione e riesce a raccogliere i pezzi di Brancaleone Doria, che prima di essere un demone è stato un Uomo.

Chiara